È importante che la voce autorevole degli psicoterapeuti sistemici relazionali si faccia sentire sempre più forte per dire con chiarezza che la prevenzione in Psicologia è una esigenza primaria.
Le ultime vicende di cronaca, il maltrattamento dei fratellini di Cardito e il terribile infanticidio conseguito ci spingono prima come essere umani e poi come operatori dedicati alla cura della salute e del benessere psicologico a riflettere e prendere atto delle enormi fragilità e sofferenza che a si celano e instaurano nel segreto dei legami familiari. Il silenzio , il nascondimento, e l’invisibilità sono le condizioni che caratterizzano e sostengono i circuiti di violenza intrafamiliare, come anche di ogni altra forma di sofferenza psichica.
La violenza assume molti volti da quelli mascherati dai rigidi stili educativi, a sottili svalutazioni, a manifesti rimproveri, fino ad esplosioni incontrollate che esitano in atti di indicibile violenza, che ci obbligano ad aprire gli occhi e a vedere ciò che la mente preferirebbe evitare di pensare o immaginare. La violenza è trasversale alle generazioni, alle culture e alle classi sociali, ma prevede un unico denominatore l’affermazione del proprio potere e l’ annientamento del valore dell’altro a vantaggio della conferme del proprio sè. La violenza perpetrata ai danni dell’infanzia mina il valore e il futuro dell’intera specie umana.
La famiglia di Cardito , composta da una giovane coppia con figli acquisiti da un precedente unione della mamma e uno della coppia, si trova ad affrontare il delicato e complesso compito di ricomporre storie personali e familiari precedenti. È impegnata a riscrivere una nuova storia cercando una sintesi tra un passato fatto di memorie e stili affettivi ed educativi precedentemente regolamentati e un presente che richiede una nuova regolamentazione e orientamento dove il legame coniugale e genitoriale è basato esclusivamente sull’ affettività e non su aspetti biologico o legali. Negoziare gi spazi affettivi e le regole che governano le relazioni è un operazione molto complessa che si intreccia con la propria storia familiare, le proprie credenze e i propri valori, la propria maturità affettiva, la solidità e la continuità del proprio senso di sè. Progettare una famiglia significa rispondere al bisogno di creare appartenenza , sicurezza e protezione e allo stesso tempo sviluppo ed evoluzione, ciò è possibile solo nell’idea che l’amore sia condivisibile , perché se il denominatore comune della violenza nelle famiglie disfunzionali è la sottrazione e l’accentramento dell’attenzione a favore del singolo, nelle famiglie funzionali il denominatore comune è la moltiplicazione degli affetti nella condivisione della cura . Così può accadere che in relazioni di coppia dove le personalità fragili spesso associate a storie di deprivazione affettiva e maltrattamento, colludano con aspetti sofferenti del sé e che se non elaborati portano spesso alla reiterazione di modelli di funzionamento a loro volta deprivanti e violenti
Viviamo in un Paese che ha ratificato il 27 maggio del 1991 con l legge 176 la Convenzione ONU sui Diritti internazionali del bambino che all’articolo 6 recita: “il bambino ha diritto alla vita”. Garantire il diritto alla vita significa garantire la possibilità di crescere in un contesto accudente e protettivo , la famiglia è il luogo d’elezione per garantire tale diritto attraverso i legami di attaccamento che determinano protezione e sicurezza, ma quando questa è in difficoltà o versa in gravi sofferenze , la comunità tutta dovrebbe farsi garante assumendo la responsabilità di rilevare, segnalare situazioni di sofferenza dei bambini e individuare alternative , disporre misure protettive per i minori e di cura e presa in carico degli adulti. Non bisogna sottovalutare i segnali di sofferenza psicologica , spesso erroneamente si crede che il malessere psichico sia trascurabile e transitorio. E soprattutto lavorare in prevenzione, il modo migliore per combattere la violenza è prevenirla. Bisogna lavorare per la consapevolezza e l’assunzione di uno stile di vita affettivo libero e responsabile.